ACQUA BENE PREZIOSO, GENESI DELLA TARIFFA

del 02/10/2025

Da oramai qualche anno i cittadini dell’Aquila e del comprensorio di comuni nei quali la gestione del ciclo idrico è affidata alla Gran Sasso Acqua spa, hanno gradualmente visto crescere gli importi delle bollette dell’acqua. Se da un lato è vero che nel calcolo delle tariffe incidono anche gli investimenti, sempre più ingenti, che l’azienda sta programmando per l’ammodernamento e la digitalizzazione della rete, per la potabilizzazione e la depurazione, dall’altro non va trascurato il fatto che la loro determinazione è stabilita a livello nazionale dall’Autorità di regolazione per Energia, reti ed ambiente (Arera). Essa applica una complicata serie di formule in cui entrano in ballo i costi sostenuti dal gestore e i metri cubi consumati. A maggiori costi sostenuti, corrisponde una tariffa più alta.

Per il calcolo della tariffa, Arera riconosce, in particolare, i costi degli investimenti che includono gli oneri finanziari, gli oneri fiscali e gli ammortamenti; i costi di esercizio che includono i costi ordinari che si sostengono tutti gli anni per la gestione del servizio come, ad esempio, manutenzioni, energia elettrica, gas, salari, oneri previdenziali, spese di trasporto e smaltimento dei fanghi di depurazione; i conguagli rispetto ai precedenti esercizi, che possono essere positivi o negativi per il gestore.

I costi di esercizio che Arera riconosce al gestore non sono illimitati ma hanno come tetto quelli sostenuti nell’anno 2011 maggiorati del tasso di inflazione.

I costi degli investimenti, invece, non vengono riconosciuti immediatamente e senza limiti, ma sono calcolati sulla base di stringenti regole determinate da Arera tenendo conto della durata nel tempo degli investimenti realizzati.

Un esempio pratico. Se Gran Sasso Acqua costruisce una rete idrica del valore di 10 milioni di euro, il costo che viene ad esso riconosciuto in tariffa da Arera a partire da due anni dopo la sua realizzazione e per i successivi quaranta anni è di 250mila euro a titolo di ammortamento (l’intero importo diviso per i 40 anni di durata presunta di una rete idrica) e di 630mila a titolo di oneri finanziari (10 milioni moltiplicati per 6,23%, pari al tasso di interesse calcolato da Arera in virtù di una specifica formula). Il totale di queste somme, pari ad 880mila euro, viene suddiviso per i metri cubi consumati dagli utenti nell’anno di riferimento e sommato alla tariffa vigente.

In base a questo esempio, considerando che il totale dei metri cubi annui consumati dagli utenti dell’Ambito territoriale aquilano è pari a circa 7 milioni, la costruzione della rete idrica inciderebbe sulla tariffa per 12,57 centesimi di euro al metro cubo consumato per ogni anno per i quaranta anni successivi alla sua costruzione.

A garanzia degli utenti, i calcoli non sono nella disponibilità del soggetto gestore Gran Sasso Acqua, ma vengono eseguiti dalla Autorità pubblica di Ambito competente (in questo caso l’Ersi, l’ente regionale del servizio idrico) e vengono successivamente controllati ed approvati da Arera.

In estrema sintesi, il costo di un metro cubo di acqua è determinato in parte dal valore degli investimenti effettivamente realizzati sulla rete, per la rimanente parte dai costi di esercizio all’interno dei costi standard stabiliti da Arera.